I social sono una giostra dalla quale è difficile, se non impossibile, scendere. A tutti, chi più chi meno, piace esprimere opinioni o pubblicare foto e frasi ad effetto.
E’ un divertimento a portata di smartphone al quale è praticamente impossibile rinunciare. Comunichiamo tutto (o quasi) in qualsiasi momento e da qualsiasi posto in cui siamo. Dalla pizza che mangiamo in famiglia, al film che stiamo vedendo in salotto fino alla nostra ultima vacanza.
Siamo sempre pronti a dire la nostra sulla crisi politica nazionale o sulle ultime esternazioni di Trump e, un attimo dopo, siamo magari a Venezia a commentare l’arrivo in laguna delle star del cinema. Per non parlare delle opinioni a tamburo battente sul campionato di calcio o dei messaggi in codice destinati a pochi eletti.
Mutuando la nota locuzione di Cartesio è il tempo del “posto ergo sum” e in fondo, se la privacy (degli altri) e il buon gusto sono rispettati, andrebbe bene così. Guai però a pensare di essere anche dei bravi comunicatori e, quindi, di poter gestire in autonomia un’attività professionale che richiede le giuste competenze.
Quando ci sono di mezzo gli affari è opportuno essere un attimo più prudenti e, soprattutto, affidarsi a chi conosce e studia le dinamiche del web e, in particolare, dei social, che sono ancora un altro mondo.
Non facciamoci abbagliare dalla semplicità di certe procedure. Pubblicare una foto è facilissimo, ma poi? Siamo sicuri sia quella giusta per veicolare il nostro messaggio? E i lettori? Come si interagisce con loro? E gli hashtag? E’ un mondo che gira a velocità supersonica e un errore può essere fatale.
E allora meglio scegliere professionisti di settore in grado di redigere un social media plan e, quindi, pianificare strategie e attività sulle diverse piattaforme social.
Ogni piano che si rispetti deve partire da un meticoloso lavoro di analisi. In questa fase bisogna comprendere come l’azienda è posizionata nel web, non solo dal punto di vista quantitativo ma, anche e soprattutto, dal punto di vista qualitativo. Una delle attività più importanti da portare avanti è, ad esempio, quella di verificare cosa si dice dell’azienda nei blog e su Facebook e Twitter, giusto per citare qualche piattaforma social.
Così come altrettanto importante è comprendere cosa fa e dove si trova l’audience di riferimento dell’azienda nei social network. Una volta studiato con attenzione il campo di gioco, è tempo di definire la strategia di comunicazione e gli obiettivi, tenendo ben presente che non siamo lì per bombardare la rete di messaggi pubblicitari, ma è invece opportuno considerare il mondo social come un luogo dove stabilire delle relazioni e definire una comunicazione bidirezionale, quindi noi (l’azienda) verso i clienti e loro verso di noi. Ecco che diventano fondamentali e irrinunciabili capacità di ascolto e di interazione, sempre e comunque.
Sarà fondamentale individuare il nostro habitat naturale, lo spazio social a noi più consono: dalla scelta che facciamo comunichiamo “cosa” siamo. Una volta definiti i nostri obiettivi, che devono essere misurabili nel tempo e realisticamente realizzabili, si entra nella fase operativa con azioni precise e pianificate in un piano editoriale.
Le azioni devono andare avanti secondo un piano ben definito nel tempo che produca e trasferisca valore. In molti casi (è chiaro che poi dipende dai clienti e dai loro obiettivi) serve qualità, magari non video virali acchiappa-clic. Inseguire a tutti i costi i numeri può essere un errore. Occhio, non stiamo più pubblicando le foto della nostra vacanza, ci siamo affidati (si spera) a dei professionisti competenti e preparati e a monte c’è una precisa pianificazione.
Giusto rimarcare un altro paio di principi chiave. Il Social Media Plan non deve essere scorporato dalle altre cose messe in campo dall’azienda: l’attività offline (convegni, eventi, workshop e altro) deve essere presentata e raccontata attraverso le azioni di social comunication.
Serve, in altre parole, una regia integrata e coordinata. La newsletter, una DEM, il proprio sito web, la comunicazione su Facebook o altro social, una campagna alla radio o la carta intestata: tutto deve essere visto in una strategia più ampia e coordinata. La comunicazione è come un mosaico: se ogni pezzo è al suo posto il risultato finale è garantito.